LECCE – Sono stati individuati ed arrestati, su disposizione del GIP del Tribunale di Lecce e su richiesta del P.M. Dr.ssa Stefania Mininni, gli autori delle due rapine a mano armata perpetrate in danno degli uffici dell ACI di Lecce, il 1° ed il 14 marzo scorsi.
Gli agenti della sezione antirapina della Squadra Mobile, dopo aver svolto laboriose e complesse indagini, hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare di cui tre in carcere ed una ai domiciliari per tre uomini originari di Lecce: Pierluigi Manisco, Roberto Corpus, Giuseppe Grasso, ed una donna originaria di Palermo, Lucia Danna.
L’accusa per gli arrestati è di rapina aggravata e porto abusivo di arma in concorso tra loro.
Le attività di indagine hanno consentito agli investigatori di stringere il cerchio sugli arrestati, individuati, sia grazie al certosino lavoro di visione delle numerose telecamere di videosorveglianza presenti nelle zone interessate dalle rapine, sia grazie ai risultati ottenuti da specifica attività tecnica effettuata.
Nel corso delle investigazioni, era emerso che la Danna, impiegata per conto di una ditta di pulizie, svolgesse la sua attività all’interno degli uffici dell’ACI, circostanza grazie alla quale aveva fornito al marito, Pierluigi Manisco ed ai suoi complici, particolari importanti circa le modalità di accesso agli uffici.
Nel corso del primo assalto a causa delle tempistiche non erano riusciti ad appropriarsi del denaro, cosa che invece è avvenuta nel corso del secondo assalto, facendo razzia di denaro contante ed assegni per un valore di oltre 6.000 euro, per poi darsi alla fuga, non prima di aver esploso un colpo d’arma da fuoco a scopo intimidatorio, a bordo di un’autovettura, Fiat panda, di proprietà del Manisco.
Particolari importanti sono emersi anche dall’ascolto degli impiegati presenti al momento dei due assalti quando gli stessi avevano dichiarato che i rapinatori, in chiaro accento locale, nel corso dell’ assalto del 14 marzo, avevano fatto chiaro riferimento alla rapina fallita del 1° marzo, a causa della mancanza della chiave della cassaforte e che, invece, il 14 marzo erano riusciti a recuperare.
Proseguono le indagini finalizzate ad accertare l’eventuale coinvolgimento dei fermati in altri colpi simili.
Nel corso dell’attività di arresto e perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e sequestrati circa 50 grammi di eroina, già suddivisa in dosi, nascosti in un armadietto presente sia nella camera da letto che nella cucina.