LECCE – Si è aperto questo pomeriggio a Lecce, nell’hotel Leone di Messapia, il XVII congresso provinciale della UIL di Lecce sul tema Cambiare, lavorare, garantire, rinnovare, difendere: si può. Ospiti il neo segretario regionale della UIL di Puglia, Franco Busto e l’ex segretario regionale Aldo Pugliese al quale è stata affidata la presidenza dei lavori (il segretario generale della Uil nazionale, Carmelo Barbagallo, è atteso domani mattina, 10 aprile).
In sala i 160 delegati della Uil provinciale (in rappresentanza dei 45mila iscritti), chiamati ad eleggere il gruppo dirigente che guiderà il sindacato nei prossimi quattro anni. Presenti anche rappresentanti istituzionali e autorità locali, fra i quali il prefetto di Lecce Claudio Palomba, il vicesindaco di Lecce Alessandro Delli Noci, il prorettore dell’Università del Salento Rossano Adorno, poi il segretario nazionale organizzativo Feneal UIL Pierpaolo Frisenna, la vice presidente nazionale di Cna Industria Chiara Montefrancesco, il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro, oltre ai segretari provinciali di Cgil e Cisl di Lecce, Valentina Fragrassi e Antonio Nicolì.
I lavori – seguiti in diretta da Salentolive24 – hanno preso il via con l’insediamento della presidenza e la nomina delle commissioni congressuali, cui è seguita la relazione del segretario generale uscente della Uil di Lecce Salvatore Giannetto, incentrata sull’analisi dello stato dell’economia locale e sulle possibili strategie di sviluppo.
«Sono trascorsi quattro anni dallo scorso congresso, eppure, oggi come allora, siamo ancora alle prese con gli effetti di una crisi economica che ci attanaglia e che colpisce soprattutto i ceti più deboli della società – ha esordito Giannetto – Angoscioso è il dramma silenzioso di chi ancora oggi vede calpestati i propri diritti, di chi ha smarrito ogni speranza e di quanti vivono ancora in condizioni di indigenza e povertà e faticano, soprattutto i giovani, a costruire un futuro di serenità per se stessi e per le proprie famiglie. La crisi, a mio avviso, non è ancora alle nostre spalle né è terminata la costante perdita di posti di lavoro».
Poi ha proseguito: «Abbiamo bisogno, così come la UIL sta facendo, di aprire brecce che riformino la Legge Fornero con l’obiettivo di rendere l’uscita dal lavoro più flessibile e che si prenda atto, così come avvenuto nel confronto con il governo nel corso del 2017, che non tutti i lavori sono uguali. Bisogna allargare questo concetto anche oltre le 15 categorie che UIL, CGIL e CISL sono riusciti ad ottenere nel corso del confronto con l’Esecutivo. Così come occorre ripristinare la rivalutazione delle pensioni. La UIL è un sindacato riformista ma per essere una forza che sostiene un processo di riforme deve conoscere e interpretare bene una società ormai frantumata, con diverse identità, una società sull’orlo di una crisi di nervi, le cui aspettative sul futuro stanno rapidamente svanendo. Un sindacato confederale per avere un futuro deve misurarsi seriamente con le diversità anche della sua rappresentanza, pensare alla soluzione, trovare risposte concrete ai problemi e ai drammi sociali».
Passando allo scenario locale, il segretario Giannetto ha evidenziato come le condizioni del mercato di lavoro si siano deteriorate nella provincia di Lecce: «La crisi ha detto – ci lascia un tasso di occupazione di 20 punti più basso di quello nazionale e cioè pari al 40%, con sole 220mila unità occupate. Di contro la disoccupazione è schizzata al 26%. Registriamo, inoltre, una sostanziale scomparsa dei contratti di lavoro a tempo indeterminato, se si escludono quelli incentivati con contributi pubblici. E alla flessione dell’occupazione ha corrisposto un incremento, altrettanto rapido, del ricorso alla cassa integrazione: anche lo scorso anno, abbiamo superato i 2,2 milioni di ore richieste dalle imprese della nostra provincia, a riprova del fatto che la ripresa, lì dove c’è, è sicuramente debole e sopravvivono solo le aziende che esportano».
Per la Uil, il sistema imprenditoriale locale è ancora in affanno. «Dovessimo riassumere in poche parole le tendenze del mondo produttivo del Salento dopo questo lungo periodo di crisi, potremmo dire che assistiamo ad un generale assestamento verso il basso delle dinamiche economiche e sociali», ha affermato il segretario Giannetto. In questo contesto, ha spiegato, «l’unico settore che rimane stabile è il terziario con le sue attività commerciali, creditizie, turistiche, trasportistiche e professionali. Ma è soprattutto il ventaglio delle imprese turistiche che presenta uno sviluppo costante nell’ultimo decennio, con oltre 5mila attività sul campo. Mentre il settore industriale, anche se fortemente ridimensionato, con quest’ultima crisi ha espulso tante iniziative di basso profilo gestionale ed organizzativo, premiando le imprese più dinamiche ed efficienti, dalla meccanica all’abbigliamento, all’agroalimentare ai mobilifici. Ci auguriamo che questi orientamenti portino stabilità e dignità al sistema economico salentino».
Fra le note positive, la Uil segnala un’importante vitalità dell’imprenditoria femminile nella provincia di Lecce, che si pone addirittura come battistrada nel Sud: attualmente le imprese rosa sono 11mila e rappresentano il 17,2% del totale, un dato di rilievo anche rispetto al panorama regionale.
Altro nodo, quello delle infrastrutture e dei collegamenti. Al riguardo, Giannetto ha lanciato un appello a politici e rappresentanti istituzionali del territorio: «Non possiamo ignorare ha detto – quanto peserà nel nostro futuro il silenzio assordante del Salento circa il sistema logistico meridionale e la sua conseguente nuova organizzazione geografica che condizionerà lo sviluppo industriale. I poli della logistica e dei trasporti unitamente alle Zes disegneranno la nuova mappa dello sviluppo e creeranno aree fiscalmente e infrastrutturalmente privilegiate anche nel Mezzogiorno. Semplificazione, fiscalità di vantaggio, burocrazia zero e servizi ad alto valore aggiunto caratterizzeranno i nuovi poli produttivi. Ecco perché serve una forte mobilitazione per rilanciare lo scalo merci di Surbo tramite una trattativa con le Ferrovie dello Stato e con le Autorità portuali di Taranto, di Bari e di Brindisi, con un ruolo attivo della Regione Puglia e del Governo centrale. Allora avrà senso rivendicare una Zes anche per Lecce con i relativi vantaggi fiscali ed economici». Accanto a tutto questo, ha aggiunto, «servono investimenti concreti nelle politiche attive del lavoro: pubblico e privato devono puntare sui settori a più alto tasso di innovazione, come meccatronica, nanotecnologie, agroindustria, turismo, servizi alla persona, senza tralasciare il manifatturiero di qualità e l’industria in generale».
La Uil rivendica infine un ruolo attivo in questo contesto assai critico: «Abbiamo profuso un forte impegno in questi ultimi anni e quanto realizzato è conseguenza di un grande lavoro svolto sul territorio, al fianco dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati. Per questo ha concluso il segretario Giannetto – chiediamo fiducia verso questo sindacalismo confederale che con tanta abnegazione, lavora per realizzare il miracolo della speranza, della credibilità, della solidarietà e della costruzione del futuro, pur operando all’interno di un sistema in crisi su tutti i fronti».
Importante il messaggio lanciato dal prefetto di Lecce, Claudio Palomba: «La situazione è ancora difficile e a tratti drammatica ha detto – così come delineata dal segretario Giannetto. Abbiamo famiglie che non arrivano a fine mese, serve uno sforzo corale sia per dare nuovo lavoro, sia per garantire e difendere chi in qualche modo il lavoro lo sta perdendo o l’ha già perso». Poi ha aggiunto: «Non ci possiamo fermare per il pericolo della corruzione, altrimenti questo territorio rischia di perdere treni. Dobbiamo fare rete, perché il territorio si salva solo se tutti coloro i quali hanno responsabilità lavorano insieme. Dobbiamo lavorare per costruire, nella legalità. La lotta al sistema dell’illegalità parte non solo da chi è preposto, ma da chi ogni giorno lavora su questo territorio. Questo territorio ha concluso – va difeso da tutti». Tra gli altri, ha preso la parola anche il presidente di Confindustria Lecce, Giancarlo Negro, che ha sottolineato il gap infrastrutturale che penalizza le imprese del territorio, ha parlato di lotta all’illegalità e di sviluppo, sottolineando la necessità di definire un modello unico di convergenza per rilanciare la crescita del Salento e delle sue aziende: «È ora di passare da un patto per il territorio a un programma per il territorio», ha detto.
Ha concluso i lavori della prima giornata il segretario regionale UIL Franco Busto, che ha evidenziato un dato allarmante: «Il Salento – ha detto – ha perso 23mila posto di lavoro: sono dati relativi a marzo 2018. Ci sono segnali di ripresa, ma sono talmente timidi che non ce ne accorgiamo. Non possiamo più rimanere fermi a guardare. Serve una nuova politica industriale, una nuova politica per le infrastrutture e per il turismo, che non sia solo a spot’. Serve un cambiamento vero».
Domani, martedì 10 aprile, i lavori riprenderanno alle 9.30 con una discussione interna e gli adempimenti congressuali. Le conclusioni del segretario generale della UIL nazionale Carmelo Barbagallo sono previste intorno alle 14.30. Quindi si procederà all’elezione e all’insediamento dei gruppi dirigenti che guideranno l’organizzazione sindacale per i prossimi quattro anni. Il congresso si concluderà con l’approvazione di un documento finale.