Riceviamo e pubblichiamo la nota di Irene Strazzeri sul precariato:
“Fanno sorridere le pantomime e i balletti mediatici sui dati legati alla crescita del nostro Paese. Il centrosinistra e gli alfieri di Matteo Renzi si affannano a edulcorare il percorso politico-amministrativo del governo Gentiloni rimarcando numeri e tirando fuori tabelle ad hoc.
L’ultima notizia diffusa dalla grancassa renziana parla di una crescita del Pil dell’1,5 per cento. Peccato che ci si ostini a nascondere sotto il tappeto una valanga di polvere, sottacendo di altri aspetti molto più significativi. Come il fatto che la crescita sia ferma al 2008 o che l’Italia resta fanalino di coda (eccezion fatta per la Grecia) dietro a Germania, Francia, Spagna, Portogallo. Non si fa cenno, per esempio, ad una nuova richiesta di rientro nei conti pubblici da parte dell’Unione Europea a cui farà seguito un ulteriore taglio allo Stato sociale, completamente ignorato dagli ultimi governi. Silenzio su tutta la linea.
D’altronde diventa difficile smentire il fatto che l’occupazione sbandierata ai quattro venti da Renzi e compagnia cantante ha le stimmate della precarietà, figlia di contratti a termine e sottopagati. E’ necessario ridare speranze ai lavoratori, reintroducendo l’articolo 18 e assicurando loro maggiori garanzie per evitare ricatti e compromessi e progettare un futuro migliore.
Gli uomini e le donne in carne e ossa sono al centro dei nostri pensieri perché la ricchezza che nasce dallo sfruttamento non è ricchezza e non produce benessere”.