LECCE – Mercoledì 28 febbraio, nell’ambito della residenza artistica di Astràgali al Teatro Paisiello di Lecce, supportata dalla Regione Puglia e dal Comune di Lecce, appuntamento con “Io ti cielo – Frida Kahlo” di e con Aurelia Cipollini. Uno spettacolo che ripercorre la vita di una delle più grandi pittrici del Novecento sullo sfondo del Messico rivoluzionario. Scatti di un’esistenza tormentata, passionale, violenta; di una donna folle, dolcissima e innamorata della vita. “È lecito inventare dei verbi nuovi? Voglio regalartene uno: io ti cielo, così che le mie ali possano distendersi smisuratamente per amarti senza confini”, diceva l’artista. Lo spettacolo – liberamente tratto dalla biografia firmata nel 1983 dalla storica dell’arte Hayden Herrera per la casa editrice Harper Perennial e tradotta in Italia da Maria Nadotti per Neri Pozza – vedrà sul palco anche il cantautore Massimo Donno (voce e chitarra) e il percussionista Francesco Pellizzari. La voce registrata è di Tomàs Acosta.
Nata nel 1907 a Coyoacan, un sobborgo di Città del Messico, Frida “sembra un personaggio uscito dalla penna di Gabriel García Márquez: piccola, fiera, sopravvissuta alla poliomielite a sei anni e a un brutto incidente stradale a diciotto che la lascerà invalida, con tremendi dolori alla schiena che la perseguiteranno fino alla morte”, si legge nelle note di copertina della traduzione italiana della biografia scritta da Hayden Herrera. “Nella vita privata e nella produzione artistica, Frida è combattuta tra due anime: il candore, da un lato, e la ferocia, dall’altro; la poeticità della natura contro la morte del corpo. La vita di Frida è un viaggio che affonda nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, in Bosch e Bruegel, ma che subisce prepotentemente il fascino degli uomini più potenti del suo secolo: come il muralista Diego Rivera (marito fedifrago che le rimarrà accanto fino alla fine) o Trockij (di cui diverrà l’amante) o Pablo Picasso (che un giorno, al cospetto del marito, disse: «né tu né io sappiamo dipingere una testa come Frida Kahlo»)”. L’artista morì di embolia polmonare a 47 anni nel 1954. Fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella sua Casa Azul, oggi sede del Museo Frida Kahlo.