TARANTO – Scoperta una situazione lavorativa irreale all’interno di un call center a Taranto: “gli operatori del call center non avevano alcun contratto, ma un semplice accordo verbale con il padrone che riconosceva da 1 a 5 contratti al mese, uno ‘stipendio’ di 40 euro lordi, oltre i 6 contratti mensili veniva corrisposto uno stipendio di 500 euro lordi, dal settimo in poi oltre ai 500 euro veniva corrisposto un bonus di 20 euro lordi per ogni contratto“.
A denunciarlo, il Sic (sindacato lavoratori della comunicazione) della Cgil, che grazie ai carabinieri, è riuscito a far chiudere il call-center che lavorava per conto di un grosso operatore.
“Ormai – dichiara Andrea Lumino, segretario Slc Cgil Taranto – non ci meravigliamo più di nulla e eppure l’idea di trovare un call center che opera grazie a lavoratori in nero che a fine mese non vengono nemmeno pagati è davvero troppo“.
“Una situazione di piena illegalità che è stata prontamente interrotta – evidenzia l’Slc Cgil – ma che conferma ancora una volta come il concetto di lavoro sia stato sostituto da un surrogato dello sfruttamento mascherato da favore che padroni concedono a chi ha bisogno“.