Salento cardioprotetto, al via il progetto
MAGLIE – Da Lecce cardioprotetta a Salento cardioprotetta. Il passaggio è inevitabile se si vogliono salvare vite umane. Nella giornata di ieri è stata posta la prima pietra per raggiungere questo ambizioso progetto grazie al quale nel capoluogo salentino sono stati collocati oltre cento defibrillatori in diversi punti della città. Nella sala conferenze del Museo civico di Maglie, si sono ritrovati il sindaco Ernesto Toma e il responsabile dell’Osservatorio socio-sanitario del Comune di Lecce, Luigi Fuggiano. Accanto a loro numerosi sindaci e assessori dei comuni salentini. Obiettivo? Avviare un dialogo per la costituzione di un protocollo d’intesa per la diffusione coordinata delle postazioni si defibrillatori semiautomatici (Dae) sul territorio salentino.
“Ho accettato immediatamente l’invito del dottor Fuggiano – ha spiegato il sindaco di Maglie, Ernesto Toma – in quanto ritengo estremamente importante affrontare con competenza e tempestività questo tema su tutto il nostro territorio. A Maglie
abbiamo già intrapreso la strada della cardioprotezione a piccoli passi e, anche
grazie al contributo scientifico del dottor Salvatore Raho, siamo riusciti ad installare le prime 5 postazioni con defibrillatore in alcuni centri nevralgici cittadini; certi inoltre dell’importanza della formazione abbiamo iniziato a coinvolgere alcuni tra i principali attori dell’emergenza, come Protezione civile e vigili del fuoco. Dobbiamo ora lavorare sul ampliamento delle apparecchiature e sulla creazione di una rete di servizi che velocizzino ed ottimizzino i soccorsi per il tempestivo e corretto utilizzo dei defibrillatori”.
Il tentativo ambizioso è quello di promuovere la diffusione dei dae e delle manovre di primo soccorso tra i cittadini in maniera coordinata, controllata ed integrata rispetto ai servizi di informazione e comunicazione senza i quali le singole iniziative potrebbero perdere efficacia.
D’altronde i numeri sono impietosi. Una persona ogni mille l’anno: sono questi i dati ufficiali delle morti improvvise in Italia. “I primi 10 minuti – spiega Luigi Fuggiano, responsabile dell’Osservatorio socio-sanitario del Comune di Lecce – sono determinanti per salvare la vita ed evitare danni permanenti. Avere un dae a disposizione al momento giusto può aumentare la percentuale di sopravvivenza fino all 80% dei casi. Il dae è quasi un elettrodomestico, basta un corso di poche ore per imparare ad utilizzarlo; si sostituisce alla diagnosi e non può sbagliare nell’indicare la necessità di erogare la scarica. Occorre chiarire bene che il laico formato ed autorizzato dal 118, non ha responsabilità legali circa l’esito dell’intervento bensì può divenire improvvisamente un “eroe inaspettato” e salvare una vita! A Lecce siamo partiti da 6 defibrillatori, abbiamo promosso il messaggio, e ora la città è Cardioprotetta con oltre 110 dae. Ogni defibrillatore è indicato da una segnaletica dedicata, è censito dal 118 e dispone di personale formato nelle vicinanze. Scuole, alberghi, centri sportivi, centri di ritrovo, piazze. È importante però che il servizio sia conosciuto ed attivo. I servizi di comunicazione e diffusione delle informazioni tra la cittadinanza circa
localizzazione, disponibilità ed attività della postazione sono essenziali. Di aiuto è stata, a Lecce, la disponibilità di opendata che attraverso Telegram ha reso accessibili tali informazioni. Tuttavia, al fine di rendere un servizio ancora più immediato ed accessibile a tutti anche in assenza di opendata, abbiamo realizzato, attraverso la start up innovativa leccese C2 Project e grazie alla SpinOff universitaria Softhings, una semplice applicazione che riesce velocemente a garantire ad ogni comune un censimento ed un anagrafe dei defibrillatori e la loro localizzazione. È altamente flessibile e personalizzabile, aggiornabile, facile da usare per il laico, gratuita per i cittadini e con bassi costi di accesso e mantenimento per gli enti sottoscrittori. Sistemi innovativi garantiscono, inoltre, l’accessibilità alle informazioni anche senza aver scaricato l’app dedicata. Siamo certi che integrare i servizi e coordinare le progettualità sia la via per l’efficacia dell’iniziativa.”
L’ingegner Patrono, docente presso l’Università del Salento, che ha progettato il sistema, ha tenuto a specificare che si tratta di “un sistema articolato, sviluppato in cloud, che, oltre a censire e mappare i dae sul territorio, offre all’amministrazione comunale, con o senza opendata, la possibilità di essere flessibile e adattabile rispetto al contenitore di dati in suo possesso e di gestire anche altre informazioni, da
video dimostrativi a segnalazioni eventi che attraverso, push notification, raggiungono tutti i cittadini che hanno scaricato l’app. Inoltre, il cittadino di un comune aderente ed in possesso dell’applicazione che si trova sul territorio di un altro Comune, anche esso aderente, potrà accedere automaticamente alle informazioni di quel
territorio grazie ad una sorta di adattamento dinamico attivo”.