Ora c’è anche la prova scientifica: il lupo è tornato nel Salento. La prova del Dna infatti ha certificato senza ombra di dubbio la presenza del lupo nel territorio di Nardò. Il Servizio Veterinario Area C della Asl Lecce ha effettuato dei campionamenti sui resti di un ovino trovato predato nelle campagne del Boncore in agro di Nardò lo scorso mese di agosto, al fine di identificare la specie del soggetto predatore tramite analisi genetiche dei campioni biologici. La refertazione dei campioni è stata compiuta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, sezione di Taranto, che si è avvalso dell’Istituto Zooprofilattico LT – Rieti per l’individuazione del genotipo individuale con la tecnica “microsatelliti”. Gli esiti del Dna hanno certificato che l’animale predatore è riconducibile alla specie Canis Lupus (Lupo) e quindi la presenza dell’animale nel Salento.
La Legge regionale n. 27/1998 stabilisce peraltro che tutte le specie di mammiferi in stato di naturale libertà sono oggetto di tutela e il lupo è tra le specie “particolarmente protette”. Inoltre, la Regione Puglia ha stabilito nel 2015 i criteri e le modalità di corresponsione degli indennizzi dei danni provocati da fauna selvatica protetta a seguito di un’aggressione al patrimonio zootecnico, il cui accertamento spetta al Servizio Veterinario della Asl.
L’assessore all’Ambiente Mino Natalizio, nella giornata di venerdì 1 dicembre, parteciperà al convegno La natura vive nei parchi, organizzato a Gravina in Puglia dall’ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Un’occasione per confrontarsi sul tema dei progetti di conservazione della natura (e quindi anche della fauna) avviati nell’ambito della Direttiva Biodiversità del Ministero dell’Ambiente e per firmare un protocollo d’intesa che riguarda proprio il lupo e la procedura da intraprendere nel caso di ritrovamento di una carcassa di lupo sul territorio pugliese. Naturalmente, nell’ambito dei lavori del convegno, l’assessore Natalizio porterà il “caso” del lupo predatore di Boncore.
“Il ritorno di una specie protetta – ricorda Mino Natalizio – è sempre una buona notizia, un indicatore ambientale indubbiamente positivo per tutto il territorio salentino. Il fatto che si tratti di un “canis lupus” non deve assolutamente scatenare sindromi e paure di nessun tipo, visto che in Italia la mortalità dei lupi per cause antropiche sembra essere già tra le cause più diffuse, siano queste accidentali (collisioni con veicoli) o intenzionali (arma da fuoco, trappole, veleno). Certo, la convivenza con il lupo va gestita con equilibrio e ragionevolezza attraverso un protocollo tra allevatori ed enti interessati che contenga soluzioni efficaci e preventive capaci di ridurre i danni da lupo alla zootecnia e non solo”.