Si ritorna alle origini della musica da ballo odierna. Il prossimo 27 ottobre all’N30 di Lecce il dj Kosmiko e il dj Cristian Carpentieripropongono un nuovo format di serata con l’obiettivo di rivalutare e riportare in auge il repertorio musicale che è alla base della dance contemporanea, senza per questo perdere di vista lo stato dell’arte della produzione discografica di nuova generazione.
Incontriamo i 2 dj e produttori leccesi, protagonisti da tanti anni delle notti salentine, per farci raccontare questo nuovo progetto.
Club America, una nuovo format di serata ed un riscoperto mood musicale che vede protagonisti due vecchie guardie del djing pugliese. Avete annunciato una rivoluzione. Perché? Cosa è successo?
“Qualche settimana fa – risponde Carpentieri –verso l’imbrunire, davanti alla consueta birra ghiacciata dell’aperitivo, il mio amico e collega Kosmiko mi proponeva di essere la sua spalla in nuovo progetto frutto della sua proverbiale e perversa passione per tutto ciò che è old school. Soliti buoni propositi all’inizio di ogni stagione, pensai. Poi tirò fuori queste 2 parole: club e America. Non dovette aggiungere altro. Mi sentivo già dentro a questa nuova storia, fino al collo. Era il richiamo della foresta: la prepotente nostalgia che può sentire un animale o una persona di tornare a perseguire la propria natura, per dirla alla Jack London. La verità? Io e Kosmiko musicalmente siamo due nerd, secchioni del nuovo millennio che non riescono mai ad accontentarsi. Che non hanno mai pace. Che non perdono mai occasione di confrontarsi con la scena odierna per dire la loro. Per affermare la propria illusoria superiorità intellettuale, per imporre i propri canoni estetici. Entrambi siamo stati testimoni di un assurdo paradigma storico, nato nell’istante in cui quel movimento musicale che rappresentiamo, assolutamente underground per sua stessa definizione, è riuscito a condizionare un’epoca. Ora è tutto più difficile”.
Perché “America”?
“Perché è negli Stati Uniti d’America che tutto è cominciato – spiega Kosmiko – New York e Chicago sono le tre città protagoniste della rivoluzione che ha portato alla nascita ufficiale della musica da ballo. È una storia questa che ormai conoscono tutti. Nulla, probabilmente, sarebbe oggi se Larry Levan non avesse acquistato quel garage nel 1976 al n.84 di King Street, a New York, e forse le cose sarebbero andate diversamente se nel 1977 Frankie Knuckles non avesse accettato l’invito di Robert Williams ad entrare a far parte del Warehouse di Chicago. La musica dance, l’House Music, è un fatto tutto americano. E sono stati gli eventi socio economici degli States ad averne scandita la nascita, l’esplosione e la successiva evoluzione. Germania, Spagna, Inghilterra ed Europa hanno solamente raccolto l’eredità dei pionieri d’oltre oceano. Talvolta tradendone in maniera clamorosa lo spirito e i presupposti originari e dando vita a degli obbrobri di chiaro gusto decadente. Noi oggi vogliamo ripercorrere a ritroso la storia per recuperare i canoni estetici iniziali e la spontanea ed edonistica bellezza nata dall’incrocio di generi apparentemente diversi tra loro come il Soul, il Funk e la Disco”.
Parlate di Soul, Funk, Disco e, contemporaneamente, di House Music. Sono generi musicali diversi o non è vero?
“Tutti sappiamo di essere in qualche modo debitori nei confronti dell’House Music – rispondeCarpentieri – perché senza questo genere non solo la musica elettronica non sarebbe ciò che è oggi, ma l’intero panorama musicale odierno sarebbe completamente differente. Ma non tutti sanno, forse, che l’House affonda profondamente le proprie radici nel Soul, nel Funk e, soprattutto, nella Disco. Fu il Funk la chiave di lettura dell’evoluzione della musica nera oltre il Soul, portando al massimo grado l’equazione musica-ritmo. Ma fu la Disco che nel 1975, al momento della sua esplosione, sovvertì le categorie e diede vita ad un nuovo standard espressivo musicale. La musica House, qualche anno dopo, compì il suo miracolo: celebrò lo storico matrimonio tra l’anima e la macchina”.
Il vostro è un progetto apparentemente in antitesi con quello che accade normalmente nel circuito internazionale dei club. Vi ritenete controcorrente?
“Con Club America – risponde Kosmiko, non senza una piccola vena polemica – vogliamo restituire dignità e valenza culturale alla musica da discoteca. Molti dei nostri colleghi hanno perso la bussola. Negli ultimi anni da queste parti si è toccato il fondo. Occorre ricominciare da capo. Occorre riscrivere nuovamente i canoni estetici della dance e cercare di rendere partecipe il pubblico quanto più è possibile. Si parla tanto della mercificazione della musica. E all’interno della nostra scena musicale la situazione è catastrofica. La musica è trattata come merce senza valore. Non più come prodotto culturale ed espressione artistica. Occorre porvi rimedio, altrimenti tutto andrà perso”.
“C’è ignoranza – aggiunge, concludendo,Carpentieri – c’è mancanza di professionalità. Non c’è più la passione e manca la fame di conoscenza. Non c’è più il sacrificio. Tutto è disponibile gratuitamente nell’immediato, a portata di mouse e ciò ha contribuito fortemente al decadimento degli standard qualitativi delle play list dei dj. Non c’è più voglia di viaggiare, esiste solo l’attesa del drop liberatorio, e ciò è davvero triste”.
I due dj salentini venerdì prossimo proporranno un set lungo una notte che si preannuncia come un viaggio senza fermate attraverso gli ultimi 40 anni di musica dance ma con uno sguardo al futuro prossimo, alle tendenze e a quanto di buono ancora resiste nell’underground.
Il loro intento, a quanto pare, è di riuscire a creare un concept party diverso dal solito, che unisca musica di qualità con un tocco glamour, ben lontano da mode temporanee senza una precisa identità.
Appuntamento a venerdì notte presso l’N30 di Lecce, sulla provinciale per Torre Chianca, 5° Km. Inizio previsto a mezzanotte, info su facebook.com/clubamericamusic.