“Non siamo disposti a barattare salute e ambiente, ma credono che vadano evitate le strumentalizzazioni politiche sulla pelle degli 87 dipendenti di Colacem e dei circa 200 lavoratori dell’indotto”. Cgil Lecce e Fillea Cgil Lecce intervengono nel dibattito avviato nei giorni scorsi sul caso Colacem. Il cementificio di Galatina è stato al centro della discussione mediatica in seguito al sequestro avvenuto negli stabilimenti di Cementir e Ilva di Taranto, nei quali si sospetta il riutilizzo delle ceneri leggere e pesanti provenienti dalla centrale elettrica di Cerano.
Le organizzazioni sindacali pretendono che tutti gli Enti preposti al controllo della salute dei cittadini e dell’ambiente assolvano al loro compito in maniera efficace; che tutti i controlli avvengano nella massima accortezza. Quello che però è inaccettabile è la strumentazione politica di chi non ha certezza di ciò di cui parla. “Non sono tollerabili – si legge in una nota – illazioni e supposizioni da chi per altro siede ai tavoli del Consiglio regionale e ha il potere di incidere in maniera sostanziale sui processi di controllo. In questi casi, come spesso succede, a pagarne le conseguenze, perché non tenuti in giusta considerazione, sono i lavoratori costretti a lavorare in uno stato d’animo inquieto. Le maestranze devono essere messe in condizione di lavorare serenamente. Chi ha il potere di controllare lo faccia nei modi e nei termini giusti. La politica si prenda le proprie responsabilità, evitando inutili posizioni propagandistiche”. Di qui un invito: “Chi pensa che nello stabilimento si consumino illeciti di qualsiasi genere si rivolga alla Procura della Repubblica e denunci”.