Pokerissimo del Lecce che si sbarazza a fatica della Juve Stabia e lancia un chiaro segnale agli avversari. A Caserta finisce 3-2 per i giallorossi grazie alla doppietta di Caturano e al gol di Di Piazza.
Il refrain è sempre lo stesso: un attacco micidiale accompagnato dalle solite amnesie che rischiano di mandare in fumo una vittoria meritata. Il Lecce porta a casa i tre punti e vola solitario al comando della classifica approfittando del turno di sosta del Catania.
Il Lecce parte bene. Buona personalità, discreto giro palla anche se si registra qualche errore di troppo in fase di disimpegno. Prima occasione dopo pochissimi minuti per Di Piazza ma l’impatto con la sfera non è dei migliori. La Juve Stabia si fa viva con un cross radente dalla trequarti che mette in apprensione la retroguardia giallorossa. Pian piano prende fiducia e campo, ma al 39° è il Lecce a passare: Pacilli lavora una palla da par suo e pennella un cross al bacio per Di Piazza che ribadisce in rete dopo un colpo di testa respinto da portiere. I campani ci provano solo con una zuccata di Paponi che finisce sopra la traversa.
Inizio di ripresa scoppiettante. Al 49° Crialese da oltre venti metri sorprende Perucchini e rimette in parità il match. Tre minuti dopo ci pensa Caturano a riportare in vantaggio il Lecce grazie ad un assist di Di Piazza. Passano altri tre minuti e ancora Caturano lanciato da Pacilli infila il numero uno campano. La Juve Stabia non ci sta e si riversa nella trequarti giallorossa sfiorando il gol in più occasioni: nel giro di un minuto prima Perucchini vola su un fendente di Mastalli da cinquanta metri e poi è addirittura Caturano a salvare sulla linea di porta. Ma la rete arriva in maniera quantomeno sospetta al 73° quando Simeri fa fuori Marino con una decisa spallata, non punita dall’arbitro, rimette al centro dove Paponi da pochi passi fa fuori Perucchini. Si apre un’altra partita. I campani vanno all’arrembaggio, i giallorossi si difendono a fatica anche perché nel frattempo si fa male Drudi e il Lecce è costretto a giocare in dieci. Ma sopratutto nell’ultimo quarto d’ora Cosenza e compagni dimostrano la loro forza: una squadra, cose, compatta e coriacea. E ora avanti il prossimo. Il Lecce deve avere paura solo di se stesso.