L’ha prelevata da casa poco prima dell’alba. L’ha fatta sedere a bordo dell’auto di famiglia che utilizzava tranquillamente nonostante non fosse in possesso della patente, l’ha condotta in aperta campagna, a pochi chilometri da Castrignano del Capo, l’ha aggredita verbalmente prima di ucciderla con una grossa pietra e gettarla in un pozzo. Il diciassettenne reo confesso dell’omicidio di Noemi Durini avrebbe raccontato questo agli inquirenti durante il suo lungo interrogatorio. Noemi voleva lasciarlo. E il ragazzino non se ne è fatta una ragione. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe arrivato a commettere questo assurdo gesto spezzando la vita ad una adolescente con tanti sogni nel cassetto. Noemi Durini, la ragazza di 16 anni scomparsa da più di una settimana dalla sua casa di Specchia, è morta cosi, vittima della follia di un suo coetaneo. Il corpo di Noemi – secondo quanto riferito dai carabinieri – era parzialmente coperto da alcuni massi. Con l’accusa di concorso in omicidio è indagato anche il padre del ragazzo. Una relazione a quanto pare da sempre osteggiata dai genitori della ragazza. E ora assume contorni inquietanti la frase scritta da Noemi su instagram sul suo profilo: “Il giorno che alzerai le mani ad una donna, quello sarà il giorno in cui ufficialmente non sarai più un uomo”. Quasi un presagio, forse anche un grido d’allarme che nessuno è riuscito a raccogliere. Riposa in pace piccola Noemi.