Pronti, via. E al primo test “operativo” in aula consiliare il Consiglio comunale s’incaglia. A rovinare (parzialmente) una bella mattina d’agosto a Salvemini e compagni ci ha pensato Lorenzo Ria. In apertura dei lavori l’ex numero uno di Palazzo dei Celestini ha fatto cenno ai componenti stabiliti all’interno delle undici commissioni consiliari: “Nello statuto comunale – ha detto in buona sostanza – non esiste alcun riferimento preciso rispetto al numero dei consiglieri presenti in ogni commissione”. Punto. Un messaggio in codice per dire riduciamo il numero dei componenti per ridurre il peso dei gettoni erogati dall’Amministrazione. (“risparmieremmo circa 250mila euro”). Apriti cielo! Un siluro improvviso che ha sorpreso tutti, anche i suoi colleghi di maggioranza. E così quello che doveva essere solo un atto formale si è trasformato in una mini schermaglia politica. ”Dobbiamo mettere il Consiglio comunale nelle condizioni di poter lavorare – ha sottolineato il capogruppo Pd, Antonio Rotundo – Non c’è alternativa a quello che è stato fatto. Piuttosto sarebbe auspicabile verificare l’effettiva partecipazione alle commissioni assicurando almeno l’80 per cento delle presenze e garantendo l’assoluta trasparenza verso i cittadini”. Ma di “situazione anomala”, ha parlato un’altra dem, Angelamaria Spagnolo. Sarcastico il giudizio di Michele Giordano di Fratelli d’Italia: “Se la maggioranza si confrontasse un po’ prima di entrare in aula forse risparmieremmo un po’ di tempo”. Le schermaglie in casa Pd certificano l’esistenza di scorie politiche post-giunta.
Il sindaco Carlo Salvemini ha tagliato corto: “I regolamenti non sono scolpiti sulla pietra. Chiunque può avanzare proposte ma non è questa la sede per modificare un regolamento. Intanto approviamo la delibera”. E così è stato. Il via libera è giunto dopo un’ora e passa di punzecchiature, precisazioni e polemiche. Definita la composizione delle undici commissioni consiliari, ora si apre la pagina legata alle presidenze delle Commissioni, ruoli istituzionali che assumono per prassi un percorso squisitamente politico.