G7 finanziario a Bari: è il giorno della protesta
Sorrisi, abbracci, intese ma anche proteste. Gli ingredienti del G7 finanziario in corso di svolgimento a Bari ci sono tutti. Oggi è stata la giornata in cui è esplosa la rabbia di Cobas, centri sociali, Alternativa Comunista e attivisti del No Tap.
Un corteo di protesta organizzato dal coordinamento ‘Puglia contro il G7’ che ha attraversato alcune delle vie principali del capoluogo pugliese. Chiusi molti negozi che si trovavano lungo il passaggio dei manifestanti e presidiate alcune banche. Il corteo è partito da viale Einaudi, all’altezza del parco 2 Giugno.
Su tutti campeggiava uno striscione emblematico: “Contro sfruttamento, guerra e devastazione del territorio, resistenza e solidarietà”. Il corteo si è snodato lungo viale della Resistenza (alla quale si riferiscono le nostre immagini), Viale Papa Giovanni XXIII, via Giulio Petroni per priam di sbucare in via Bottalico ed arrivare in Viale Unità d’Italia. Per garantire la massima sicurezza è stato disposto un piano ad hoc che ha richiesto la mobilitazione di tutte le forze di polizia e dei carabinieri.
Intanto i rappresentanti del G7 stanno per terminare i lavori. In una nota il ministro dell’Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco hanno sottolineato che «l’opinione pubblica internazionale trascura la tradizione industriale del Sud e alcune sue eccellenze. Non si tratta soltanto del turismo e delle produzioni e trasformazioni alimentari. Esistono nel Mezzogiorno distretti ben radicati in filiere globali come la meccatronica, l’industria aerospaziale e quella farmaceutica».
«Al Sud -si legge ancora nella note – si producono autovetture esportate in tutto il mondo, motori dei più diffusi modelli di aeroplani e componenti innovative di nuovi velivoli, satelliti, molecole con proprietà terapeutiche». «Ma le storie di successo delle imprese e delle aree del Sud che si sono inserite a pieno titolo nelle filiere internazionali di un’economia sempre più globalizzata ci dicono che – ancor più dei fondi – per lo sviluppo sono importanti alcune politiche specifiche».
Il G7 Finanze ha portato nel capoluogo pugliese circa 400 fra ministri delle Finanze, governatori delle banche centrali ma anche economisti e giornalisti di Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Canada.