Riceviamo e publichiamo un comunicato del candidato sindaco di “Un’Altra Lecce”, Alessandro Delli Noci
Rendere il carcere parte integrante della città e restituire dignità a tutti coloro che, per varie ragioni, il carcere lo vivono. Parte da qui la proposta di Alessandro Delli Noci per la casa circondariale di Lecce, la più grande della Puglia che ad oggi conta 928 detenuti e oltre 600 agenti.
“In questi ultimi mesi – dichiara Delli Noci – ho incontrato molti concittadini e tante realtà, ognuna con le sue esigenze, con le sue priorità e voglia di riscatto. Nei nostri incontri e confronti abbiamo dato priorità a chi è ai margini, a chi troppo spesso vede le proprie istanze cadere nel dimenticatoio, a chi vive la città e i suoi problemi ed è pronto a mettersi in gioco non per il proprio benessere ma per il bene collettivo, di tutti. In questo senso, l’incontro avuto con la direttrice del carcere Rita Russo mi ha permesso di implementare la mia proposta che riguarda una realtà di cui sappiamo troppo poco e che può e deve essere una risorsa per l’intera città”.
Rafforzare la relazione tra amministrazione comunale e carcere significa per Delli Noci attivare una serie di azioni anche attraverso delle convenzioni che abbiano come obiettivo principale il reinserimento sociale e lavorativo e la tutela delle persone e dei loro familiari.
“È necessario creare una rete tra istituzioni pubbliche e private – continua Delli Noci – che guardi alla formazione come strumento di rieducazione ma, soprattutto, di reinserimento sociale con percorsi formativi compatibili con i reali bisogni dei detenuti, che sono quasi sempre persone povere e ai margini della società. Vogliamo attivare una convenzione che consenta ai detenuti di scontare parte della pena prestando servizio nel comune e svolgendo mansioni di recupero del decoro urbano o dei terreni agricoli abbandonati, come si fa già in alcuni paesi della nostra provincia. Si potrebbe pensare a lavori di manutenzione e rigenerazione urbana a Borgo San Nicola, per esempio, che vive una condizione di abbandono e degrado”.
E a proposito di reti e collaborazioni, è fondamentale che anche il Comune di Lecce contribuisca al lavoro già avviato da carcere e Confindustria entrando a far parte del protocollo sul carcere minorile, ora in stato di abbandono, che deve diventare un hub dell’innovazione per consentire ai detenuti di avvicinarsi alla formazione digitale e acquisire nuove competenze utili per il loro percorso di reinserimento sociale e nel mercato del lavoro.
“Ai fini del reinserimento lavorativo e per insegnare ai detenuti un mestiere – afferma Delli Noci – credo sia importante attivare percorsi formativi per l’artigianato e, magari attraverso una convenzione con il Cna e Confartigianato, lasciare che le lezioni siano tenute proprio presso le nostre botteghe artigiane”.
Non solo, il carcere ha il suo teatro, uno spazio sociale importante, da inserire nella rete dei teatri cittadini che devono dialogare tra di loro e vivere tutti del fermento creativo cittadino.
Tra le proposte messe in campo da Delli Noci un garante per i diritti dei detenuti che si faccia promotore dell’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e un supporto per il trasporto pubblico sia per i detenuti che svolgono il lavoro all’esterno sia per le loro famiglie: i primi potranno viaggiare gratis sui mezzi pubblici e sarà previsto uno sconto per le famiglie che devono raggiungere il carcere.
“In questi anni, tante associazioni si sono occupate di restituire speranza e dignità ai detenuti e alle loro famiglie, realizzando attività culturali, di reinserimento lavorativo, laboratori artistici e progetti rivolti ai bambini e alle bambine dei detenuti, ricucendo così quello strappo tra città e carcere. Penso, per esempio, a “Made in Carcere” di Luciana Delle Donne o alla compagnia teatrale “Io ci provo” di Paola Leone. Credo che questo sforzo debba passare anche dal Comune – conclude Delli Noci – che non può delegare totalmente questo importante compito alle associazioni e alle realtà del terzo settore”.